Una riflessione sul turismo, sulle figure che lo alimentano e il Sud. Istantanea

Napoli, conferenza Hospitality-sud

Tocca a un’associazione nazionale di categoria (housekeeper, nel dettaglio) parlare del lavoro – a volte molto faticoso – delle governanti e della relazione tra colleghi in ambiente alberghiero.

È quel momento topico in cui la persona, la presidente, spiega le difficoltà che incontra quando fa formazione negli alberghi (che già di suo è una categoria assai complessa, intrisa di problemi legati alla stagionalità delle strutture, in particolare se si fa riferimento alla penisola sorrentina, ovvero la Costa Amalfitana).

È quel momento topico in cui lei cerca di spiegare che anche per una ‘semplice’ governante è necessario stare sul pezzo, comprendere che il cliente è il vero capo e via discorrendo.

Un tizio, un formatore prende la parola.

Comincia a dare addosso agli imprenditori perché la formazione la devono fare gli esperti (di pnl, cit.) come lui (sottinteso), mentre la presidente dell’associazione lo guarda. Egli va avanti per un tot di minuti (troppi, secondo me).

Lei interviene (interrompendolo elegantemente, chapeau) e spiegando che lei è ‘solo’ una governante e che cerca di trasmettere ad altre governanti quello che ha imparato in 30 anni. Poche parole, concise.

Poi interviene un altro relatore al tavolo, da oltre 30 anni addetto al ricevimento di un noto albergo della penisola sorrentina. Spiega – ricordando – che a 16 anni, il suo primo stipendio, ammontava a quasi 1milione di lire. Gli sembravano un pacco di soldi incredibile allora (adesso ancora di più, visti i tempi).

Oggi, dice, l’hotellerie vive di precariato (oltre che di stagionale), e che i giovani se ne vanno altrove. Continua a spiegare cosa accade laggiù, sulla Cosiera (anche ai residenti, per i quali la zona è diventata invivibile).

L’esperto però, si alza pochi istanti dopo (mentre quello sta parlando): “Scusate, devo andare”.

Alla sala gremita resta il suo sproloquio.

La saccenza di costui.

E la tristezza.

Come si crea una destinazione?

Di chi è la colpa se un luogo diventa una destinazione per ricchi o per poveri?

[ho vissuto il mondo turistico per lavoro e per esigenze familiari, e conosco le risposte. Per inciso: la destinazione non è l’hotel, ma la zona geografica con servizi, infrastrutture, attrazioni naturali etc.]

Lascia un commento

In voga

Scopri di più da marilena rodi

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere